giovedì 22 novembre 2012

DIAMANTINO GARCÍA ACOSTA: Il curato dei poveri.


Nasce in un paesino di Ituero de Azaba (Salamanca) il 24 ottubre de 1943, in una famiglia di sette figli. Quando era ancora molto piccolo la sua famiglia si trasferì a Siviglia e si stabilirono nel  Cerro del Águila, un quartiere operaio in cui vivevano molti emigranti dei paesi circostanti per lavorare alla grande fabbrica tessile HYTASA.

Studia presso l'Istituto San Isidoro e avrebbe voluto intraprendere gli studi di medicina, ma decide di entrare al seminario di Siviglia dove emerge per la sua pietà e austerità. Gli piace partecipare alle attività extra-accademiche: gruppo di missioni, di ecumenismo, cenacoli letterari, di teatro e di cinema.
Durante le vacanze estive cerca lavoro per pagarsi parte delle spese per lo studio, in modo da gravar meno sulla famiglia. Lavora a Barcellona, nelle miniere delle Asturie, in una fabbrica di conserve in Belgio.Dopo essere stato ordinato presbitero, fu inviato nella regione della Sierra Meridionale di Siviglia insieme ad altri tre compagni:Enrique Priego di Pedrera, Juan Heredia di Gilena, Miguel Pérez di Martín de la Jara e lo stesso Diamantino di Los Corrales.
 "Il curato dei poveri"... è l'appellativo con il quale sarà conosciuto in tutti i posti in cui andrà quel curato appena ordinato, che arrivò nell'agosto del 1969 da Los Corrales, un paese di 4.000 abitanti, in una regione di latifondi, di braccianti senza terra e di emigranti stagionali, disposto a vivere la radicalità del suo compromesso cristiano al servizio dei poveri e della Giustizia. Era arrivato da poco e un giorno vide nella piazza del paese un viavai continuo: camion carichi di utensili, autobus strapieni di gente che andava via. L'aria di quella mattina era piena di voci e lacrime di addio

Stranito, domanda: "Che succede?"
Gli rispondono con naturalezza: "Partono per andare a raccogliere asparagi a Navarra, qui possono rimanere solo i maestri, le guardie civili, i medici, i vecchi e il curato..." 
 
Diamantino risponde: "Questo era fino a ieri. Da oggi in poi anche il curato partirà".


Da quel giorno il curato diviene bracciante e stagionale, decide di vivere come uno dei poveri del paese . "Mi chiamò tanto quella vita, confessa Diamantino, che io non avevo giustificazione se rimanevo all'ombra dei santi, accendendo candele e sbrigando carte, perché io non sono curato per professione, ma per vocazione".
E si fa carne di emigrazione, carne di bracciante andaluso. Decide di "incarnarsi", prendere la carne di sofferenza dei poveri. Presto sarà molto conosciuto e amato dagli emigranti di molte campagne e miniere, andalusi o no. Per la sua sincerità e la sua dedizione era rispettato o temuto dalle autorità e le gerarchie civili o religiose. Sorvegliato, perseguitato, multato, imprigionato... in numerose occasioni. 


"Lui è uno di noi, di lui ci si può fidare..." dice la gente.
Il suo coinvolgimento continua a crescere a misura della grandezza del suo cuore e dei duri problemi dei braccianti andalusi. Per questo motivo nel 1976 fondò insieme ad un gruppo di persone il Sindacato degli Operai del Campo (SOC), protagonista e animatore di lotte molto radicali nel Campo andaluso. Impossibile ricordare qui tutta la sua vita e le tante lotte. In 1991 fonda e diffonde in Andalusia l'Associazione Pro Diritti umani, intanto il cancro ha già bussato alla sua porta, senza clemenza. Rifiutò sempre posti politici, benché le offerte non gli mancarono. Solamente alcuni mesi prima di morire gli proposero l'incarico di Difensore del Paese Andaluso che ugualmente non accettò.
Egli è sempre stato dalla parte degli ultimi, dei poveri; è l'unica cosa per cui  vuole vivere: "Chi accetta la responsabilità di seguire il Vangelo seriamente deve optare per i poveri. Questo significa qui ed ora mettersi al fianco degli oppressi: emarginati, gitani, braccianti, immigranti, infermi, carcerati, drogati... e, conseguentemente, denunciare coloro che causano il dolore, la povertà del paese, l'emigrazione, l'ignoranza della gente, la paura e l'umiliazione".
L'asse, il centro di tutta la sua vita è sempre stato l'inseguimento di Gesù con un coinvolgimento incorruttibile. Segue il Vangelo con radicalità, a fondo, senza concessioni né trappole. La sua prima parola è la sua stessa vita: coerente e rischiosa. Vive e dopo parla; o meglio, parla di ciò che vive, mentre le cose le sta vivendo in prima persona. È infaticabile nel lavoro e ha un'enorme capacità di portare avanti contemporaneamente molti compiti, così come coinvolgere gli altri. La sua profonda solidarietà lo spingono a dedicarsi a tutte le buone e degne cause che colpiscono il suo cuore. Sa spingere, incoraggiare e convincere con semplicità e chiarezza.
Non piegarono mai la sua fedeltà, benché lo spingessero con forza da molti lati. Lo ostacolarono in molti e sotto molti aspetti. Gli inflissero profonde ferite, ma lui si rialzave e seguiva con più entusiasmo. Non smise mai di cantare quella canzone che tanto gli piaceva: "Grazie alla vita che mi ha dato tanto..." Nella mattina del giovedì 9 di febbraio di 1995 Diamantino dice: "Vado via..." e partì verso il lato invisibile della vita.

Come così Jacob con l'angelo, combattè contro la malattia con la voglia di vivere, riuscendo ad ritardare la partenza di cinque anni. Ma lo stavano chiamando definitivamente: "Vedono, benedetto Padre mio, perché ebbi fame e.." Era il sussurro amoroso della vita che lo richiamava ad uno sposalizio eterno, immortale.
 

"Le cause per le quali lottiamo sono difficili, ma sono così giuste che un giorno le vinceremo"


Documento RTV Futuro (Radio e TV Municipale di Paradas). Qui abbiamo un documento storico, un' eintervista a Diamantino García Acosta, pezzo fondamentale del  movimiento de los jornaleros andaluces. Datato l' 8 agosto 1993.

Qui il link per il nostro canale in YouTube:

martedì 20 novembre 2012

CONFERENZA SULL'ALCHINATURISMO 

Parallelismo tra la Medicina Tradizionale Cinese e l'Alchinatura

"L'UOMO OBBEDISCE AL CIELO E ALLA TERRA"
Lao Tse

"CHE LA TUA MEDICINA SIA IL TUO ALIMENTO, CHE IL TUO ALIMENTO SIA LA TUA MEDICINA"

Presso: Centro Civico Las Sirenas.
Alameda de Hércules - Siviglia
giorno: Viernes 23 de noviembre
ora: 20.00

CIO' CHE CI MUOVE


Di fronte ad una profonda confusione che ci isola e che riflette il mondo in cui viviamo, la nostra intenzione è portare un'aria nuova di speranza e di vita.
E' per questo, che abbiamo creato un Movimento che tenta di portare un flusso di aria fresca capace di svegliare le coscienze addormentate.